lunedì 28 gennaio 2013

Ancora arsenico nell'acqua nel Lazio

Sono anni che si parla della presenza di arsenico nell'acqua di molti comuni italiani. L'Unione Europea ci ha concesso numerose proroghe per metterci in linea con le direttive, che servono  tutelare la salute dei cittadini. Nonostante ciò, dopo l'ultima scadenza del 31 dicembre 2012, nel Lazio la situazione dell'arsenico nelle acque rimane invariata.
In ben 56 Comuni, dalle ultime analisi per rilevare l'arsenico nell'acqua, il livello è risultato troppo alto:
Viterbo 
Bagnoregio, Blera, Bolsena, Calcata, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella d’Agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Farnese, Gallese, Gradoli, Grotte di Castro, Lubrian, Montalto di Castro, Monte Romano, Montefiascone, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vallerano, Vetralla, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Viterbo.
Roma 
Anguillara Sabazia, Anzio, Ardea, Bracciano,Campagnano di Roma, Civitavecchia, Formello, Genzano di Roma, Lanuvio, Lariano, Magliano Romano, Mazzano Romano, Nettuno, Sacrofano, Santa Marinella, Tolfa, Trevignano, Velletri.
Latina 
Aprilia, Cisterna di Latina, Cori.

Ricordo che l'arsenico è dannoso per la salute, secondo anche quanto stimato dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità, in quanto provoca malattie mortali, come il cancro. Per tali ragioni i Comuni fuori norma sono stati costretti a emanare ordinanze in cui vietano ai cittadini qualsivoglia consumo di acqua del rubinetto: per bere, cucinare, lavarsi i denti, farsi la doccia, pulire verdure e frutta e ogni altro uso che prevede il contatto con la bocca e la possibile ingestione di acqua.