Confermata la correlazione tra esposizione ai fumi di saldatura e danni cerebrali. In materia di sicurezza sul lavoro, un recente studio pubblicato su Neurology, rivista medica dell'Accademia Americana di Neurologia, ha rilevato che i lavoratori esposti al manganese, metallo presente nei fumi di saldatura, rischiano di subire danni alla stessa area del cervello che viene colpita dal morbo di Parkinson.
Lo studio ha coinvolto venti saldatori che non presentano sintomi di Parkinson, venti persone affette da morbo di Parkinson ma che non sono stati saldatori, e venti persone che non sono saldatori né sono affetti da morbo di Parkinson.
I saldatori su cui è stato effettuato lo studio sono in parte impiegati in un cantiere navale e in parte dipendenti di una compagnia di costruzioni in metallo, tutti con alle spalle una media di circa 30.000 ore di esposizione a fumi di saldatura. Questi soggetti sono stati sottoposti a PET, tomografia ad emissione di positroni, e a MRI, risonanza magnetica per immagini, e a test di abilità motorie.
Dalle analisi è emerso che il livello di manganese nel sangue dei soggetti esposti supera di due volte il limite massimo di manganese considerato normale. La diagnostica PET ha rilevato in alcuni una riduzione del livello di dopamina, una sostanza che facilita la comunicazione tra cellule nervose, così come una riduzione del livello di dopamina si presenta anche nei soggetti affetti da morbo di Parkinson, ma non saldatori.
Ai test motori i saldatori sono apparsi portatori di lievi difficoltà di movimento anche se non così estesi come in malati di Parkinson. In conclusione, l'area cerebrale nei saldatori è risultata sì compromessa, ma in modo differente che da persone affette da Parkinson. Ulteriori studi devono quindi essere condotti per arrivare a stabilire con certezza a quale tipo di rischio sono esposti i lavoratori che effettuano saldature nell'ambito delle loro mansioni, categoria che, nei soli Stati Uniti conta circa un milione di persone.
Nessun commento:
Posta un commento