martedì 23 novembre 2010

Le malattie professionali

Le malattie professionali, costituiscono un importante problema sociale, nonostante siano di minore impatto sui mezzi d’informazione. Esse sono quelle patologie dovute alla presenza di fattori nocivi o rischiosi all’interno dell’ambiente di lavoro. I fattori scatenanti sono molteplici. Di solito sono il frutto di ambienti di lavoro non igienici, sistemi di sicurezza carenti, elevati ritmi di lavoro. Nell’Unione Europea è stato stimato che 142 mila persone muoiano ogni anno per malattie dovute al lavoro (di cui 21 mila per malattie da amianto). L’ Italia si caratterizza come uno dei paesi europei con minor numero di malattie professionali denunciate. Dal 1965 esiste un elenco (aggiornato nel 1994) di malattie professionali riconosciute. Se una malattia non è presente nell’elenco, occorre dimostrare il nesso tra patologia e attività lavorativa per aver diritto al risarcimento. Inoltre è evidente un sostanziale cambiamento del tipo di malattie da lavoro, difatti se fino a qualche tempo fa le malattie professionali erano caratteristiche attribuite soltanto all’industria e all’agricoltura (intossicazioni, infortuni, agenti cancerogeni...), al giorno d’oggi anche i lavori d’ufficio e del terziario in generale sono considerati a rischio. In particolare, continuano a crescere le segnalazioni di malattie muscolo-scheletriche come tendiniti di mano e braccio, sindrome del tunnel carpale ed ernia discale. Sono in progressiva diminuzione malattie quali intossicazioni da metalli o da sostanze chimiche, ipoacusie da rumore, dermatiti da contatto, silicosi ed asma bronchiale. Nel caso di malattia professionale è necessario informare il datore di lavoro entro 15 giorni dal manifestarsi della malattia. Il datore dovrà darne notizia all’INAIL entro 2 giorni in caso di infortunio e 5 in caso di malattia professionale. Se si tratta di una malattia mortale o con rischio di morte, il datore di lavoro dovrà farlo presente all’INAIL entro 24 ore.

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